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Come Diventare Avvocato

Diventare avvocato rappresenta oggi una delle scelte professionali più ambite e gratificanti per chi studia giurisprudenza. La professione legale offre infatti opportunità di carriera straordinarie, un elevato riconoscimento sociale e concrete possibilità di guadagno in un mercato del lavoro sempre più specializzato.

Il percorso per diventare avvocato richiede impegno, dedizione e una preparazione accurata, ma può aprire le porte a una carriera di grande prestigio e soddisfazioni personali. In un mondo in continua evoluzione, dove nuove tecnologie (AI in primis) e trasformazioni sociali creano costantemente nuovi ambiti legali, la figura dell’avvocato resta centrale e indispensabile.

Prima di intraprendere questo percorso, è importante valutare cosa serve per diventare avvocato e se possiedi le caratteristiche essenziali:

  • Passione per il diritto e interesse genuino per le materie giuridiche;
  • Costanza nello studio e capacità di apprendimento continuo;
  • Determinazione nel perseguire obiettivi a lungo termine;
  • Pazienza e perseveranza per affrontare un iter formativo impegnativo.

Se ti riconosci in queste qualità e hai le idee chiare sui tuoi obiettivi professionali, sei sulla strada giusta per intraprendere con successo il percorso che ti porterà a diventare avvocato.

Cosa fare per diventare avvocato: i passi fondamentali

Il percorso per diventare avvocato si articola in tappe precise e ben definite che ogni aspirante professionista deve completare. Ecco i passi aggiornati alla riforma attuale per raggiungere l’abilitazione forense:

1. Laurea in Giurisprudenza

Il primo passo è conseguire la laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza (5 anni). Questo titolo di studio rappresenta la base indispensabile per accedere alla professione forense e fornisce le competenze giuridiche fondamentali.

2. Praticantato Forense (18 mesi)

Dopo la laurea, ci si potrà iscrivere al registro dei praticanti e iniziare a svolgere i 18 mesi di praticantato forense presso uno studio legale sotto la supervisione di un avvocato con almeno 5 anni di esperienza. Durante questo periodo si acquisisce esperienza pratica e si impara a toccare con mano i meccanismi concreti della professione legale.

3. Scuola Forense (18 mesi)

Parallelamente al praticantato, la nuova normativa impone l’obbligo di frequentare la Scuola Forense per 18 mesi. Le lezioni si svolgono in modalità ibrida (online e in presenza) con frequenza obbligatoria, e hanno lo scopo di preparare il futuro avvocato per l’esame di abilitazione.

4. Esame di Stato da Avvocato

Al termine del praticantato e della Scuola Forense, è possibile sostenere l’esame di Stato per l’iscrizione all’albo degli avvocati, che rappresenta l’ultimo step per diventare avvocato abilitato.

Quanto è difficile il percorso da avvocato?


Stimare quanto è difficile diventare avvocato richiede una valutazione soggettiva e specifica molto personale. Indubbiamente trattasi di un percorso molto impegnativo perché richiede dedizione costante e disciplina nello studio, considerando che si dovrà investire un tempo significativo nella formazione (circa 7-8 anni totali tra università, praticantato e preparazione all’esame), prima di poter avere i propri casi e quindi emettere le prime parcelle.

A differenza dell’università, non c’è una scuola o un liceo specifico per diventare avvocato. La costanza nel superare le difficoltà e gli ostacoli è fondamentale, così come la voglia di imparare e aggiornarsi continuamente in un settore in costante evoluzione. Tuttavia, con la giusta motivazione e un approccio metodico, questo percorso può essere affrontato con successo e portare a una carriera professionale estremamente gratificante.

Che università fare per diventare avvocato?

La scelta dell’università per il futuro avvocato rappresenta il primo passo concreto per intraprendere la carriera forense. Per diventare avvocato è necessario conseguire una laurea in ambito giuridico. Ci sono principalmente due opzioni di percorso accademico:

Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Giurisprudenza

La strada più tradizionale e diretta è il Corso di Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Giurisprudenza, che dura 5 anni (LMG-01). Questo percorso fornisce una formazione teorica completa e approfondita in tutte le materie giuridiche fondamentali, dalle discipline civilistiche a quelle penalistiche, dal diritto amministrativo a quello costituzionale.

Percorso Triennale + Specialistica

In alternativa, si può scegliere un percorso più articolato che prevede prima una laurea triennale in Giurisprudenza (spesso denominata “Scienze dei servizi giuridici”), seguita da una laurea specialistica biennale. Questo approccio permette di avere una maggiore flessibilità nella scelta degli indirizzi di studio.

Requisiti di accesso alla professione

Una buona notizia per gli aspiranti avvocati: non è richiesta una media specifica per accedere all’esame di abilitazione forense, né è indispensabile laurearsi con un determinato punteggio. Inoltre, alcune università offrono la possibilità di iniziare il praticantato con 6 mesi di anticipo solo per gli studenti che mantengono una determinata media durante il percorso di studi e/o hanno già sostenuto determinati esami (a discrezione dell’Ordine degli Avvocati di riferimento), permettendo così di accelerare leggermente l’iter verso l’abilitazione.

È necessario un test d’ingresso per Giurisprudenza?

Dipende dall’università. Il corso di laurea in Giurisprudenza è generalmente ad accesso libero nella maggior parte degli atenei italiani, il che significa che non è richiesto superare un test d’ingresso selettivo per essere ammessi.

Tuttavia, molte università prevedono un test di valutazione obbligatorio ma non vincolante. Si tratta spesso del TOLC-SU (Test Online Cisia di Scienze Umane), un test di autovalutazione che tutti gli studenti devono sostenere ma che non preclude l’iscrizione al corso. Questo test serve principalmente a valutare le conoscenze di base e può comportare l’assegnazione di eventuali Obblighi Formativi Aggiuntivi (OFA) da colmare durante il primo anno.

Le università telematiche rappresentano spesso la soluzione più accessibile, in quanto molte di esse non richiedono alcun test d’ingresso e permettono l’iscrizione diretta al corso di laurea in Giurisprudenza, offrendo maggiore flessibilità per chi vuole intraprendere questo percorso.

Alcune università tradizionali invece mantengono un sistema a numero chiuso con test d’ingresso selettivo, specialmente per corsi particolarmente richiesti o con limitazioni di spazio. È quindi fondamentale verificare sempre le modalità di accesso specifiche dell’ateneo che ti interessa.

Praticantato forense: come funziona e dove svolgerlo

Il praticantato forense rappresenta una tappa fondamentale nel percorso per diventare avvocato. È una fase intermedia che permette di addentrarsi nel ruolo di avvocato in modo graduale, supportato dal dominus e volto ad acquisire esperienza pratica e competenze concrete nell’esercizio della professione legale.

Praticantato forense come funziona dove svolgerlo

Quando iniziare il praticantato

Per iniziare il praticantato forense è necessario aver conseguito la laurea in Giurisprudenza. Oltretutto, una recente novità importante è la possibilità di iniziare con 6 mesi di anticipo rispetto al conseguimento del titolo di laurea, permettendo così di accorciare leggermente le tempistiche a abbreviare l’iter procedurale complessivo.

Questa opportunità è disponibile quando l’Ordine degli Avvocati di riferimento ha stipulato una specifica convenzione con l’università. Le condizioni che il candidato deve soddisfare per accedere a questa possibilità possono variare da Ordine a Ordine, quindi è importante informarsi presso il proprio per conoscere i requisiti specifici.

Come iscriversi al registro dei praticanti

Per iniziare il percorso dei 18 mesi di praticantato forense, devi iscriverti al registro dei praticanti presso il Consiglio dell’Ordine degli avvocati del circondario in cui intendi stabilire il tuo domicilio professionale. La domanda deve essere corredata dai documenti (in originale o autocertificati), che comprovino il possesso dei requisiti richiesti dalla legge.

Una volta presentata la domanda, il Consiglio effettuerà le dovute verifiche sui requisiti e provvederà all’iscrizione al registro dei praticanti entro 30 giorni dalla richiesta. Il consiglio migliore è quello di iniziare a informarsi per l’iscrizione al registro e per trovare uno studio idoneo ancora prima della laurea, così da poterti iscrivere immediatamente dopo il conseguimento del titolo.

L’importanza della tempistica per diventare avvocato

La tempistica riveste un’importanza cruciale nella strada per diventare avvocato, considerando che l’esame di abilitazione forense si svolge una sola volta l’anno (solitamente ci si deve prenotare nel mese di Ottobre per sostenere la prova a Dicembre). È quindi facile incorrere nel rischio di perdere una sessione d’esame se non si pianifica adeguatamente il proprio percorso, ritardando così di un’annualità l’accesso alla professione.

Dove svolgere il tirocinio da avvocato

Il tirocinio forense può essere svolto presso uno studio legale con un avvocato (dominus), che abbia un’anzianità di iscrizione all’albo non inferiore a cinque anni. Questa esperienza minima del professionista è fondamentale per garantire una formazione adeguata e una supervisione qualificata durante il periodo di praticantato.

Nel caso in cui la mole di lavoro dell’avvocato presso cui si svolge la pratica non sia sufficiente a offrire al praticante un’adeguata esperienza formativa, il tirocinio può essere svolto anche presso due avvocati contemporaneamente, previa autorizzazione del Consiglio dell’Ordine. Questa possibilità permette di arricchire l’esperienza pratica e di acquisire competenze in diversi ambiti del diritto.

Alternative allo studio legale per la pratica forense

Il tirocinio forense obbligatorio per l’accesso all’esame di avvocato (ex art. 5 del D.L. 69/2013) può essere svolto non solo presso uno studio legale, ma anche in altre strutture riconosciute dalla legge. Ecco le principali alternative:

Enti e Istituzioni Pubbliche, quali:

Tribunali e uffici giudiziari (ad esempio, presso la Cancelleria civile o penale, il Pubblico Ministero, il Giudice di Pace).

Avvocatura dello Stato (se ammessi tramite bando).

Consulenti legali di enti pubblici (Comuni, Regioni, ASL, Università).

Organizzazioni Internazionali e UE, quali:

Istituzioni europee (ad esempio, la Corte di Giustizia UE, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo).

ONG e associazioni internazionali che operano in ambito giuridico (se riconosciute dal Consiglio dell’Ordine).

Aziende Private (Legal Department):

Reparti legali di grandi società (corporate legal advisor), purché supervisionati da un avvocato iscritto all’Albo da almeno 5 anni.

L’importante, come visto, è che il dominus sia un avvocato con almeno cinque anni di esperienza e che il percorso sia riconosciuto dal Consiglio dell’Ordine di riferimento. Scegliere un ambiente diverso dallo studio legale può offrire prospettive innovative, specializzazioni inaspettate e un networking più ampio, arricchendo il bagaglio professionale necessario per affrontare l’esame di Stato e la futura carriera forense.

Compatibilità con altre attività lavorative

Durante il periodo di praticantato, è possibile svolgere attività di lavoro dipendente sia nel settore pubblico che privato, a condizione che gli orari e le modalità di svolgimento permettano di portare a termine efficacemente il tirocinio forense e non creino situazioni di conflitto di interesse.

Chi decide di intraprendere questa strada dovrà comunicare tempestivamente al Consiglio dell’Ordine tutti i dettagli relativi agli orari e alle modalità del lavoro dipendente, così da assicurare che non venga meno la validità del praticantato. Sarà compito del Consiglio valutare la compatibilità dell’attività lavorativa con il corretto svolgimento della pratica forense e verificare l’assenza di potenziali conflitti di interesse.
Il Consiglio, dopo aver effettuato le necessarie verifiche, può decidere con delibera motivata di ammettere o respingere l’iscrizione al registro dei praticanti, o persino disporre la cancellazione dal registro qualora il rapporto di lavoro sia iniziato durante il tirocinio.

Aspetti economici del praticantato

Il praticantato forense è assimilabile a un tirocinio, trattasi quindi di contratto con finalità formative e pertanto non è possibile stabilire uno stipendio.

Tuttavia, è importante sapere che generalmente non è previsto neanche un rimborso spese per il periodo di pratica forense. Alcuni studi legali offrono benefit o un piccolo contributo economico in base alle attività svolte dal praticante all’interno dello studio, ma si tratta di una valutazione discrezionale del singolo professionista.

Come deve essere svolta la pratica forense

La pratica forense per diventare avvocato deve essere condotta seguendo precisi principi professionali: assiduità, diligenza, riservatezza e rispetto delle norme deontologiche. Questi elementi sono fondamentali per garantire una formazione adeguata e il rispetto degli standard professionali.

L’assiduità si concretizza nella frequenza continuativa dello studio dell’avvocato sotto la sua diretta supervisione per almeno venti ore settimanali. Oltre alla presenza in studio, il praticante deve partecipare attivamente alle udienze in tribunale, acquisendo esperienza diretta del funzionamento del sistema giudiziario.

La diligenza richiede un approccio attento e scrupoloso nell’esercizio della pratica forense, dimostrando professionalità e impegno costante in tutte le attività svolte.

La riservatezza richiede il mantenimento del segreto professionale, circa ogni informazione acquisita all’interno dello studio durante il periodo di praticantato.

Partecipazione alle udienze e adempimenti semestrali

Per quanto riguarda la partecipazione alle udienze del futuro avvocato, ogni semestre il praticante deve presenziare ad almeno 20 udienze, facendo registrare la propria presenza a verbale e conservando l’attestazione con timbro e firma della cancelleria. Queste attestazioni sono generalmente disponibili presso le cancellerie degli uffici giudiziari.
Al termine di ogni semestre, il libretto della pratica deve essere autenticato dall’avvocato presso cui si svolge il tirocinio e presentato al Consiglio dell’Ordine per la vidimazione.

Diventare avvocato a 40 anni: è possibile?

Diventare avvocato a 40 anni non solo è possibile, ma può essere una svolta di carriera! L’età non rappresenta un limite nella professione forense, anzi può trasformarsi in un vantaggio competitivo e sicurezza agli occhi del cliente.

La carriera legale è una delle poche professioni che valorizza l’esperienza e la maturità:

  • Longevità professionale: gli avvocati esercitano fino a tarda età, come dimostra l’esempio di Pia Cirillo, che ha continuato a praticare fino a 95 anni;
  • Esperienza di vita: chi inizia questa carriera dopo i 50 anni porta con sé un bagaglio di competenze e conoscenze preziose;
  • Stabilità economica: spesso chi cambia carriera a quest’età ha già una situazione finanziaria più solida;
  • Motivazione forte: la scelta di diventare avvocato a 50 anni nasce da una passione autentica, non da necessità.

Le agevolazioni Consizos per chi vuole diventare avvocato over 40

Noi di Consizos crediamo fermamente che la formazione non abbia età. Per questo abbiamo creato agevolazioni specifiche per gli over 40 che desiderano intraprendere il percorso per diventare avvocato.

Il nostro Centro Formativo, inoltre, offre piani di studio flessibili adatti a chi lavora, supporto dedicato per la preparazione agli esami di giurisprudenza e metodologie didattiche pensate per adulti con o senza esperienza.

Non è mai troppo tardi per realizzare il sogno di diventare avvocato! La passione per la giustizia e il diritto non conosce limiti di età.

Lavorare nel diritto senza abilitazione: alternative al ruolo di avvocato

Anche se l’abilitazione forense è necessaria per esercitare come avvocato in tribunale, esistono diverse opportunità per lavorare nel campo giuridico senza essere iscritti all’Albo. Una figura rilevante è quella del consulente legale, che offre pareri e assistenza in ambito contrattuale, societario o tributario senza patrocinare in giudizio, purché non violi il divieto di esercizio abusivo della professione (art. 2 L. 247/2012).

Altre possibilità includerebbero il praticante non abilitato, che può svolgere attività di ricerca e supporto legale sotto supervisione, o ruoli in aziende, enti pubblici e organizzazioni internazionali dove si applica il diritto senza necessità di patrocinio.

Inoltre, professioni come mediatore civile, giurista d’impresa o compliance officer permettono di operare nel settore legale senza superare l’esame di Stato, a patto di rispettare i limiti normativi (art. 73 D.Lgs. 28/2010 per la mediazione). Chi sceglie queste strade può comunque accumulare esperienza e, in futuro, decidere se completare l’iter per diventare avvocato.